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Playlisting: caos, molto lavoro o meritocrazia?

Ansia da playlist è la nuova malattia. Click, messaggia, ascolta, metti cuore, dormi, ripeti.
Tutte ore tolte alla cosa più importante: migliorare la composizione, definire il messaggio che si vuole lanciare, costruire il PROPRIO messaggio.
In un momento in cui tutto sta andando a rotoli, gli artisti stanno perdendo di vista la cosa più importante: cercare di cambiare le cose.
Molti (non tutti fortunatamente), sono rimasti concentrati sui propri numeri, pensando che 1.000 plays in più possano cambiagli la vita; invece dovreste cambiare la vita agli altri!

L’ansia da playlist è la nuova patologia di molti musicisti; che spesso la curano partecipando a vere catene di Sant’Antonio. Con quale risultato?

Tanto lavoro: ore ad ascoltare playlist ‘segnalate’, scambi di messaggi su Telegram, community di follow for follow e play for play.

Tutte ore tolte alla cosa più importante: migliorare la composizione, definire il messaggio che si vuole lanciare, costruire il PROPRIO messaggio.

Con questi sistemi cosa accade? Che il vostro brano viene inserito in vere (si suppone) playlist ma che hanno come utenti solo ed esclusivamente altri musicisti non interessati alla vostra musica, ma alla propria crescita in termini di vanity numbers.

Community verticali dove non viene sottolineato il valore della proposta, ma solo il numero. Il puro e semplice Capitalismo Musicale.

Hanno il loro valore? Sì? Perché vi permettono di migliorare, in modo apparente, il vostro status artistico; es. da <1.000 a >1.000 per X playsMa anche NO.

Numeri che non servono se poi non sono ‘certificati’ da una vostra attività live, se nessuno scrive di voi, se il vostro brano non entra nei radar del passaparola.

Tutte queste ore, intere nottate passate a ricambiare plays e follow su Spotify, utilizzatele per trovare delle date, per uscire di casa e andare ai concerti, conoscere addetti ai lavori e altri artisti.

Utilizzatele per stabilire connessioni di valore su Instagram, iniziare collaborazioni con altri artisti, scambiarvi date e capire REALMENTE quale è il valore della vostra musica.

Sennò girerete intorno al numero di plays, perdendo di vista quale è il vero scopo di un artista: quello di cambiare il mondo.

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