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I 10 album italiani più clamorosi del 2023

Perché clamorosi e non semplicemente belli?
La bellezza è soggettiva e possiamo stare decenni a dibattere su quanto Gigi D’Alessio componga opere struggenti e melodrammatiche che ti si infilano nell’anima, mentre Laura Pausini te la sfascia.
Bello? Non bello? Kitsch? Quindi clamorosi.

Sul clamore siamo tutti ‘accordo; no, non è vero, pure lì ci saranno gli haters, ma insomma.

Questi 10 clamorosi album sono quelli che più mi hanno devastato in questi 365 giorni ; e voglio che devastino anche voi per uscire dal tunnel della musica in scatoletta.

Partiamo con l’elenco, non è una classifica di gradimento, più una scaletta su come dovrebbero essere ascoltati:

10. Emma – “Era” (23 Gennaio 2023, Essery Umani)


Il buongiorno si vede da Gennaio e questo 2023 inizia con gli incubi di un ragazzo che ci porta dentro il suo disagio fatto di musica elettronica tagliata con l’accetta, sfasciata da un coltello affilato che taglia l’alluminio delle DAW, che procura quel rumore che ti accappona, ma che quando finisce ti rilassa. Le canzoni di Emma sono taglio e relax, insieme; è un fastidio continuo perché la battuta successiva non è così prevedibile come il resto delle canzonette da classifica.
Clamoroso perché: ha futurizzato ThaSup e Blanco. Invece di aspettare 15 anni per sapere cosa faranno, ecco Emma.

09. Studio Murena – “WadiruM” (12 Maggio 2023, Virgin/Universal)


Un disco in ritardo di 30 anni, o in anticipo di 5, decidete voi. Perché dentro “WadiruMci sono degli strumenti veri, ve li ricordate? Quelli con il jack che devi collegare a un amplificatore e che devono essere suonati da esseri umani, e anche suonare insieme in un’attività che i più cool chiamano interplay. Più jazz/fusion che rap, perché Lorenzo “Carma” Carminati racconta utilizzando la forma ritmica tipica dell’hip hop, ma come lo faceva Frankie Hi NRG; è un disco che va messo nello scaffale accanto a quelli dei Roots e la collezione Jazz di tuo padre.
Clamoroso perché: come un disco rap moderno prevede i featuring, ma con Paolo Fresu, Enrico Gabrielli, così, per dire.

08. Birthh – “Moonlanded” (1 Settembre 2023, Carosello Records)


Che siano ringraziati gli Dei della musica che hanno fatto atterrare questa anima nel nostro mondo, sempre siano lodati. Che poi è atterrata proprio nella nostra nazione; dovremmo fare una sorta di altare pagano nel luogo illuminato dove Birthh è nata, a Firenze. Perché le sue canzoni sono di una statura così alta che pensi: “Caspita, che melodia così assurda, così semplice, che arrangiamenti perfetti, perché non c’ho pensato io?”, non ci hai pensato perché sei fatto di carne e ossa, non di note, sentimenti e grazia alt.pop come Birthh.
Clamoroso perché: è un disco atopico (tiè, mo googlalo) e apolide, suona molto Brooklyn, ma con quella bellezza rinascimentale che gli americani se la sognano.

07. Caterina Barbieri – “Myuthafoo” (16 Giugno 2023, light-years)


Ora mi odiate, perché con “Myuthafoo” rischio grosso, e direte: “Guarda questo che ora se la tira con la musica elettronica di concetto senza forma e sostanza, fa il fico, vuole essere un aristocratico de ‘sta minchia, dimostrare agli altri che lui la capisce, che lui ha la sensibilità, ma col cazzo che se la sente… ce lo vedi tu a casa che si ascolta ‘sta roba di sintetizzatori arpeggiati senza una direzione musicale per come la conosciamo noi? No che non se la sente. Dove è la melodia, e l’armonia? Non ci sono, è un disco di sperimentazione per quegli spocchiosi appassionati di arte contemporanea, ma dai, siete dei fintoni. Non c’è il bum bum bum, non c’è uno che rappa, che ci fai co’ ‘sta roba, a Galassi, sei proprio un coatto estremista che voi fa’ l’alternativo col cervello degli altri”.
Clamoroso perché: quando premi play pensi subito a: “Guarda questo che ora se la tira con la musica elettronica di concetto …” ma poi in realtà finisce il disco e tu te lo sei ascoltato tutto, come se fosse un album di musica ‘normale’.

06. Thru Collected – “Il Grande Fulmine”, (1° Dicembre 2023, Puro Srl – Thru Collected)


Questo è un disco che ti fa diventare giovane; ma attenzione, giovane come fase della vita, non è che ringiovanisce. Cioè, ringiovanisce se se vecchio, ma ti invecchia se sei un bambino. Insomma, ti proietta nei 20anni. Si sentono dalla produzione, nei testi, nei temi, negli ormoni rivoluzionari, in questa stanza musicale sempre in disordine ma con la paura che da un momento all’altro entri quell’essere superiore che è la mamma (che in questo caso è la discografia, il mercato). Sono 30 brani di qualcosa che si muove tra il nu-soul, glitch pop e cloud-rap. Ma fondamentalmente dei generi non frega un cazzo a nessuno.
Clamoroso perché: il suono dei Thru Collected è già parte del mondo musicale di Napoli, contribuendo allo sviluppo della storia culturale di questa città; dove non solo difficile farsi notare, ma è difficile fare qualcosa di nuovo.

05. Calcutta – “Relax” (20 Ottobre 2023, BombaDischi)


Lo so, che banalità inserire “Relax” come disco clamoroso dell’anno, ma che ci posso fare? E’ il nuovo Lucio Battisti, quando Battisti faceva ogni volta un disco clamoroso, e siccome è Battisti, che non lo inserite nella lista degli album dell’anno? Certo che lo inserite, se non lo fate siete dei falsi. Perché i suoi brani li riconoscete in mezzo al traffico, al caos, come i pinguini sentono i propri piccoli tra altri 5.000 versi. Li riconosci e ti ci riconosci in mezzo alle centinaia di migliaia di altre persone che cantano e ballano con te. E’ il momento massimo in cui la musica unisce con il suo linguaggio universale. Che poi, il ragazzo di Latina, tutta questa pressione mica la vuole, ma se l’è cercata, invece del compositore poteva lavorare in call center se voleva stare tranquillo.
Clamoroso perché
: la sua musica è una livella, mette tutti sullo stesso piano, come in un campeggio che non ha possibilità di mostrare lo status sociale.

04. Motta – “La Musica è Finita” (26 Ottobre 2023, Sugar)


Motta è un’icona, già da quando era il batterista di Giovanni Truppi, già dai Criminal Jokers. E’ uno dei quali mi attaccherei il poster in cameretta, se non fossi sposato. E’ un’icona ANCHE per la sua estetica, per come la natura ha voluto regalargli un sacco di caratteristiche con le quali potrebbe essere un attore, un modello, un regista. Ma ha scelto di fare il musicista, fortuna per noi, e basta che apre bocca e la sua voce così netta e preziosa come un vassoio d’argento ti convince, subito. Ma non è che ci vuole tanto, perché sa anche scrivere, comporre, suonare, cantare, produrre. Per questo lo odio. E per questo non posso attaccare il poster in camera: o lui o mia moglie. Ci penso.
Clamoroso perché: è bene ricordarsi come si fanno i dischi e come si scrivono le canzoni.

03. Daniela Pes – “Spira” (14 Aprile 2023, Tanca Records)


Che bello che questo disco sia in molte liste di fine anno, e per questo dobbiamo ringraziare il Premio Tenco che (non sempre ma spesso) riesce a far uscire qualcosa che sia anti-merecato, anti-discografiche, anti-capitalismo musicale. Daniela Pes e Iosonouncane per un’accoppiata di pura follia; lei compone, lui produce. Ci troviamo davanti a un’opera d’arte che prescinde dalla musica, le tracce hanno un movimento indipendente dalla semplice funzione delle note, melodia e armonia e ritmo creano un’opera multi mediale senza il bisogno di proiettare immagini o realizzare opere di design. E’ celebrale e allo stesso tempo iper-fruibile.
Clamoroso perché: è uno di quei dischi che può estraniarti dalla vita di tutti i giorni, che ti fa rivalutare il valore umano chiedendoti cosa stai facendo per migliorare il mondo, a parte aggiornare i tuoi cazzo di social di merda.

02. Emma – “Era La Fine” (8 Dicembre 2023, Esseri Umany : Nuova Europa)


Sì, Emma ha pubblicato due album in un anno e tutti e due sono degli album clamorosi. “Era La Fine” forse più clamoroso di “Era”, magari perché ha avuto modo di celebrare il suo status celebrale, di aggregare problemi personali e il fatto di essere carico di ansie e crisi lo hanno obbligato a rimettersi davanti al computer per pubblicare un nuovo album dopo 11 mesi. Sono sensazioni che si avvertono nel disco, non dico che sia la verità, ma quello che Emma vuole far supporre sia la sua verità: forse lo è, forse no, sta di fatto che è incredibilmente convincente. Questo disco mi ricorda molto “Yeezus” di Kanye West, più che altro per il modo di usare alcuni suoni come una colonna sonora, proprio per aumentare i sentimenti  provocati.
Clamoroso perché: con il primo brano chiarisce subito che si sente ”come una canzone dance, ma triste, di un artista morto, suonata in una discoteca, in una notte d’estate”.

01. Chiello – “Mela Marcia” (25 Maggio 2023, Universal)


E’ da Maggio che “Mela Marcia” è il mio disco dell’anno, e non c’è stato nessuno in grado di fare meglio. E’ un disco dove si vede la trasformazione della musica, il processo di ascolto che diventa composizione, la voglia di fare qualcosa di diverso dall’imperante suono scatoloso della trap/drill. E’ un disco che piace ai ragazzini e agli anziani della GenX, e per gli stessi motivi. Chiello canta disperato della sua vita marcia, in un atto di pura sincerità, come se ti chiamasse al telefono pere dirti: “Ti racconto questa cosa perché solo tu puoi capirmi, hai tempo per ascoltare i miei problemi?” Ed è chiaro che la risposta è: “Sì, certo che ho tempo, dimmi tutto, spero di esserti di aiuto”.  L’unica paura è che un disco così suonato e cantato fosse troppo difficile portarlo live, invece no, è anche riuscito nell’impresa di realizzare un tour fatto e finito e suonato bene.
Clamoroso perché: ha unito la Urban e alcuni atteggiamenti Drill al cantautorato, alla composizione, all’esibizione musicale come espressione di un momento personale. Imbattibile.

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