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Riccardo Sinigallia: ecco quante volte ha cambiato la musica

 

In Italia tendiamo a non mitizzare troppo gli artisti ancora in vita, soprattutto quelli che cambiano, modificano, migliorano il panorama musicale anche da dietro le quinte.

Lo facciamo per due ragioni, la prima è perché esiste il rosicamento acuto ed è sempre brutto ammettere che ci sia qualcuno più importante e più profondo di te; la seconda è la scaramanzia, per la paura di ‘portare male’ mitizzando eccessivamente.

Nel caso di Riccardo Sinigallia il coro è unanime nel riconoscere la sua importanza e il suo tocco nel panorama musicale italiano, dai cantautori romani come Fabi, Gazzè, i Tiromancino poi Coez, poi Motta, compreso, ovviamente, il classico immortale “Quelli Che Ben Pensano” con Frankie Hi NRG.

Ecco quante volte Riccardo Sinigallia ha cambiato la musica in Italia:

#1. 10 PM Band / 6 Suoi Ex

Il nome della prima band di Sinigallia è terribile, ma è il momento in cui si incrociano le strade di Niccolò Fabi e Federico Zampaglione. E’ il momento in cui il giovane Riccardo capisce che può vivere con e grazie alla musica, è il ‘Grande LA’ che lo spinge a ravanare all’interno della musica d’autore italiana scardinandola da dentro. Creando il proprio DNA.

#2 Niccolò Fabi, 1996

E’ Sinigallia ad avere un po’ di potere nella scena romana, ed è lui che convince la Virgin a dare una chanche a Niccolò Fabi. Insieme scrivono e producono “Dica”, il singolo che all’epoca doveva servire da test. Andò benissimo in estate, tanto da convincere la label a tentare Sanremo (1997) con “Capelli” (sempre insieme a Sinigallia) con la quale vince il premio della critica.

#3 Max Gazzè, 1997

C’è una canzone grazie alla quale Max è potuto diventare Max Gazzè: “Cara Valentina”, il singolo che anticipa il secondo album “La Favola di Adamo ed Eva”. Prima di quel disco è uscito “Contro Un’Onda del Mare”, così e così, ma quando Sinigallia sale a bordo la velocità cambia; diventa supersonica quando scrive “Vento D’Estate” e la fa interpretare da Gazzè e Fabi vincendo Un Disco Per l’Estate.

#4 “Quelli che Ben Pensano”, 1997

Tutti ricordano il brano per il ritornello, epocale. Ovviamente anche per le strofe di Frankie, ma molto lo fa anche il video. Due a uno per Sinigallia, infatti, oltre a “sono intorno a noi”, è sua la mano dietro la macchina da presa per realizzazione di uno dei videoclip più visti nella storia di MTV e Videomusic. Accendevi la TV a qualunque ora e c’erano loro due in macchina.

#5 Tiromancino, 2000

Io me lo ricordo Federico Zampaglione che veniva spesso a trovarci a Rockstar, nella speranza che la sua band venisse inserita in qualche articolo. Gli proponiamo il Live@Rockstar (i veri primissimi concerti in redazione) nel quale ci fece ascoltare i nuovi brani che un po’ si differenziavano dal resto dei Tiromancino. Prima il video de “La Descrizione di Un Attimo” (regia Sinigallia), poi Ozpetek che inserì “Due Destini” (regia Sinigallia) nei titoli di coda de “Le Fate Ignoranti” e tutto Italia capì la forza di Sinigallia. Non è vero, dei Tiromancino, perché Sinigallia è uomo da dietro le quinte, s’era detto…

#6 Coez, 2013

Finiti gli anni ’90, Sinigallia si dedica a se stesso producendo i suoi due album (l’omonimo e ‘Incontri a Metà Strada’), un po’ ai DeProducers, un po’ a Filippo Gatti, un po’ a Luca Carboni (‘Musiche Ribelli’) e qualche featuring: Marina Rei, 24Grana, Costanza e con lo stesso Carboni. Ma una nuova svolta per la musica italiana è l’incontro con Coez, realizzato grazie alla Carosello Records. Il rapper romano vuole togliersi di dosso l’etichetta di rapper, appunto, e sceglie Sinigallia come smacchiatore universale. Gli riesce talmente bene che adesso Silvano Albanese (te credo che scegli un nome d’arte) adesso riempie più volte i palazzetti.

#7 Non Essere Cattivo, 2015

Qui addirittura cambia il cinema. No, non è vero, sto esagerando. Ma il suo tocco all’interno della colonna sonora di “Non Essere Cattivo” è fondamentale per la profondità del film, il brano “A Cuor Leggero” viene candidato ai David di Donatello di quell’anno (ma anche ai Nastri D’Argento e vince il premio Assomusica alla Mostra del Cinema di Venezia), e Luca Marinelli esplode come attore.

#8 Motta, 2016

La Fine dei Vent’Anni” è il manifesto ultra-realista della nuova ondata indie-pop italiana e nello specifico romana. Francesco Motta è livornese, ma si innamora di Roma e di Riccardo Sinigallia con il quale si chiude in studio per studiare la fine dei suoi venti anni. Esce fuori il disco dell’anno, amato da tutti quelli che odiano l’ultra-realismo e l’indie-pop italiano e nello specifico quello romano. E’ un disco capolavoro, uno dei classici immortali. Ah, ma l’ho scritto altre sette volte?

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