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Ecco le 10 cose di un musicista che un non musicista non capirebbe mai

La Passione secondo Gazebo Penguins
La spiritualità secondo i Gazebo Penguins

Premessa: questo articolo è stato scritto da Ari Herstand, un musicista DIY americano, come ce ne sono a migliaia. In particolare, Ari collabora con Digital Music News (che vi invito a inserirlo tra i vostri preferiti) per il quale scrive articoli interessanti e pertinenti e attuali sul mondo della musica e dei musicistiUSA. Questo articolo è pensato per i musicisti americani e per il pubblico americano, io l’ho adattato a quelli italiani e per il pubblico italiano, per quel poco che ne rimane.

  1. I musicisti non suonano solo per scopare

    USA: nonostante ce ne siano molti che imbracciano una chitarra esclusivamente per rimorchiare, molti di questi poi diventano musicisti professionisti che prendono molto sul serio questo tipo di arte.
    ITALIA: nonostante ce ne siano molti che imbracciano una chitarra esclusivamente per rimorchiare, molti di questi poi iniziano a farlo di professione, per poi essere obbligati a fare altri lavori. Quei pochi che lo fanno di professione prendono molto sul serio l’arte, ma anche le groupies.

  2. Non essere famosi per noi va bene

    USA: Ci sono molto più motivi rispetto ai soldi e alla fama nel lavorare nella musica. Come ad esempio fare un lavoro che si ama. La fama può essere qualcosa che accade, ma non è certo lo scopo. I musicisti che vogliono la celebrità sbagliano le intenzioni e falliranno.
    ITALIA: Ci sono molto più motivi rispetto ai soldi e alla fama nel lavorare nella musica? Si, ma poi fai la fame. I musicisti che vogliono la celebrità sbagliano le intenzioni e falliranno? Falliranno comunque, allora tanto vale ricercare la fama e i soldi. Fare un lavoro che si ama? Spesso il musicista italiano è obbligato a fare un lavoro che non ama per farne uno che ama.

  3. Siamo artisti. Gli artisti sono strani

    USA: Vi siete mai chiesti perché il giorno del ringraziamento siamo gli unici con un’acconciatura strana, tatuaggi spaventosi e vestiti troppo stretti per i vostri gusti? Il motivo è perché siamo artisti e ci piace esprimere la creatività sotto ogni aspetto. I capelli e i vestiti sono solo un paio di questi aspetti. Vuoi conoscerne altri? Stai attento a ciò che desideri.
    ITALIA: Vi siete mai chiesti perché il giorno di Natale siamo gli unici con un’acconciatura strana, tatuaggi spaventosi e vestiti troppo stretti per i vostri gusti? Non lo capireste mai perché siete troppo abituati a vedere la musica in televisione invece di ascoltarla. E pensate che nella realtà non esistono quelle persone, e per voi è molto più importante il vostro pranzo di Natale del rispetto che dovreste avere per la nostra creatività.

  1. La musica non è un sogno. E’ uno stile di vita

    USA: La musica per noi era un sogno quando eravamo adolescenti, come per voi essere un astronauta. Adesso per noi non è più un sogno, è la realtà.
    ITALIA: La musica per noi era un sogno quando eravamo adolescenti. Come per voi essere un astronauta. Adesso per noi, purtroppo, è ancora un sogno. Mentre per voi la musica è finita quando eravate adolescenti, per colpa vostra si stanno riformando tutte le band degli anni ’90, MTV BrandNew ha chiuso, esiste solo “una la ricordi, una la vivi”, oppure “solo 100% grandi successi”, le riviste di settore stanno chiudendo, non si vende musica.

  2. Solo perché non ci conosci non vuol dire che non abbiamo successo

    USA: Non chiedere mai ‘quindi stai cercando di diventare un musicista?’, oppure ‘quando ti ascolterò alla radio?’. E’ un insulto. Sminuisce ciò che stiamo realizzando. Per noi il successo è la stessa cosa che intendete voi: riuscire a campare e realizzare lo stile di vita che vogliamo.
    ITALIA: Non chiedere mai ‘ah, suoni, ma quindi che lavoro fai?’, oppure ‘quando andrai a XFactor?’. E’ un insulto. Sminuisce ciò che stiamo tentando con tutta la nostra forza di fare. Per noi il successo NON è la stessa cosa che intendete voi. E NON crediamo che il successo che intendete voi è l’unica possibilità che abbiamo.

  3. Non odiateci solo perché riusciamo a fare ciò che amiamo

    USA: E’ l’unico motivo per il quale suoniamo, per questo ci meritiamo di essere felici. E piuttosto passiamo 10 anni tentando di fare qualcosa che amiamo invece che passare 40 anni con un buono stipendio facendo qualcosa che odiamo
    ITALIA: E’ uno dei motivi per il quale suoniamo, per questo vorremmo tanto meritarci di essere felici. Cerchiamo comunque di passare almeno 2 anni tentando di fare ciò che amiamo invece di passarne 40 tra call center, lavoro interinale, in nero, stage, a progetto, etc.

  4. Essere puntuali per noi non è come andare a tempo

    USA: Siamo fantastici a contare fino a 4, anche fino a 6. Ogni tanto arriviamo a 12. Siamo perfetti per tenere il tempo ma non chiedeteci di essere puntuali, per noi sarebbe come obbligarci ad ascoltare i Nickelback. Non voglio giustificarlo. Ho combattuto tutta la mia carriera con questo, ma per oscure ragioni i musicisti, più di ogni altra professione, hanno un vero problema con la puntualità.
    ITALIA: Siamo fantastici a contare fino a 4, anche fino a sei. Ogni tanto arriviamo fino a 12, ma non molto spesso, un po’ ci rompe. Siamo perfetti per tenere il tempo e tentiamo con tutte le nostre forze di essere puntuali, ma a che serve quanto il locale non è ancora pronto, il palco deve essere montato, il produttore dovrebbe arrivare a momenti, il fonico ha un problema con il figlio a scuola e potrebbe arrivare in ritardo, il direttore artistico non esiste, il responsabile fa suonare i suoi amici e dobbiamo aspettare il cameriere per sapere quando è la prima data disponibile per suonare in questo locale di merda, e ci chiedete pure quanta gente portiamo.

  5. Ci sono molti più livelli del ‘musicista morto di fame’ e ‘cantante famosissimo’

    USA: American Idol ha dato una visione distorta di cosa può essere un musicista professionista. I vari Joe e Sally pensano che chiunque possa passare da barista a superstar grazie a The Voice o American Idol. Che ci crediate o no ci sono migliaia di musicisti al mondo con una fan base che gli permette di suonare in locali strapieni senza essere famosissimi o morti di fame.
    ITALIA: XFactor ha dato una visione distorta di cosa può essere un musicista professionista. I vari Luca e Maria credono che chiunque possa passare da suora a superstar grazie a The Voice. Sappiamo che non ci crederete mai, ma ci sono migliaia di musicisti al mondo (ma pochissimi in Italia) con una fan base che gli permette di suonare in locali strapieni senza essere famosissimi o morti di fame. Continuate a non crederci vero?

  6. Per noi ‘ascoltare musica’ significa una cosa differente

    USA: Sapete perché non vedrete mai un musicista ascoltare musica dagli altoparlanti del portatile o da quelli dall’iPhone? Perché urta la nostra anima. Perché sappiamo cosa significa produrre un brano e vogliamo apprezzarlo, rispettarlo e fruirne in cuffia o da un ottimo impianto stereo. Alcune persone vanno in chiesa per avere un momento spirituale, il musicista si mette le cuffie.
    ITALIA: In questo caso, fortunatamente, l’esperienza è la stessa.

  7. Puoi togliere un musicista dalla musica. Ma non puoi togliere la musica da un musicista

    USA: Vi siete mai chiesti perché ci sono persone che cercando di suonare in una band per 17 anni? O perché la vostra collega Angela va a cantare al karaoke tutti i martedì sera? Da sobria. Perché gli eventi della vita li hanno obbligati a non seguire la ‘chiamata’. Molto probabilmente non saranno dei musicisti professionisti, ma non smetteranno mai di essere dei musicisti. Per sempre.
    ITALIA: Vi siete mai chiesti perché ci sono persone che cercando di suonare in una band per 17 anni? O perché la vostra collega Angela va a cantare al karaoke tutti i martedì sera? Da sobria. Perché non esiste nessun tipo di supporto ai musicisti, non esiste un sindacato, non ci sono aiuti dallo stato, dalle istituzioni; anzi, veniamo continuamente penalizzati per quello che facciamo. Gli eventi della vita sociale ed economica e fiscale hanno obbligato la band e Angela a non seguire la ‘chiamata’. Molto probabilmente non sarebbero stati dei musicisti professionisti neanche se avessero seguito la ‘chiamata’. Per sempre.

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