Le Classifiche, MusicaBuzz

BigRadio vs Comportamento: a Giugno 2016 le playlist continuano a NON ascoltare cosa vuole il pubblico. E il tormentone lo vince SIA con Cheap Thrills.

Oramai dobbiamo abituarci a una cosa: la radio non da più spazio ai nostri gusti, ma si sta trasformando sempre di più in un antico mezzo di comunicazione e propaganda di massa.

Continua il suo rapido invecchiamento, ed anche come linguaggio è oramai datato, così come le playlist bloccate da accordi major o editoriali (leggi anche: Le Radio Invecchiano E La Musica Scappa).

Gli appassionati o gli addetti ai lavori che ascoltano o lavorano con le emittenti lo sanno benissimo: proporre un nuovo artista è difficilissimo, diventa impossibile quando è indipendente, ossia non legato a Universal, Warner o Sony.

Con delle eccezioni.

Prendiamo Virgin, secondo i dati Promobild che ha monitorato i brani più trasmessi tra il 1 Giugno e l’11 Luglio 2016, nella Top30 della RockRadio sono entrati TAO e Rhumornero.

La più virtuosa però è Radio3 nella cui Top30 troviamo molti brani extra-major, come “Temporali estivi” di Boris, “La Ballata del Sindaco Pescatore” di Vittorio Merlo, “Andiamo a Londra” dei Bluvertigo, e cose più alt. come “Magnets” dei Disclosure, e poi ancora Almamegretta, Francesco di Bella, addirittura “She’s Electric” degli Oasis.

Non male anche Radio2, con “L’Ultima Festa” di Cosmo e  “Oroscopo” di Calcutta, sempre nella Top30.

Il resto delle BigRadio hanno una programmazione simile tra loro, per non dire uguale, come se decidessero ‘a cartello’ quali sono gli artisti da trasmettere, oppure (per le più deboli) tendono ad ascoltare quello che mandano le altre concorrenti, monopolizzando così il mercato e proporre una sorta di censura invisibile – chiamata TopFourty – facilmente difendibile (le radio commerciali tendono a trasmettere solo i brani che entrano nelle prime 40 posizioni della classifica, quindi principalmente quelle straniere sostenute dalle major).

GUARDIAMO I DATI
Ho aggregato i 30 brani più trasmessi dai 14 network più ascoltati (Radio1, 2, 3, RDS, RTL, Virgin, Kiss Kiss, DeeJay, Montecarlo, Radio Italia, 105, R 101, M2O, Capital) nel periodo che va dal 1° Giugno all’11 Luglio 2016.
Stessa cosa ho fatto per la classifica TopDigital della FIMI che traccia i brani più ascoltati o scaricati dal pubblico dal 3 Giugno al 14 Luglio 2016.

Per stilare la classifica generale, ho dato un punteggio da 30 a 1 a seconda della posizione che i brani occupano nelle due classifiche (30 punti alla 1° posizione, 29 alla 2°, 28 alla terza e così via).

Ed ecco:Come potete vedere, soltanto 12 brani su 43 sono condivisi, ossia vengono trasmessi sia dalle radio sia ascoltati on-demand (streaming) o acquistati (download). Per tutti gli altri la vita è esclusivamente in una sola piattaforma.

Proviamo a dare un nome/brano alla ‘propaganda’ e uno al ‘comportamento’.

Jovanotti con “Ragazza Magica” è tra i brani più trasmessi dalle radio, tanto da risultare al 3° posto nella classifica delle heavy rotation, ma allo stesso tempo è ‘sconosciuto’ a chi sceglie la propria musica, sia su Spotify sia su iTunes (come a dire: ‘Un brano come quello non mi sognerei mai di ascoltarlo di proposito’).
Stessa cosa per il videomaker prestato al rap Fabio Rovazzi, amatissimo online ma quasi assente dalle playlist.
In questo caso può entrarci il target di riferimento, visto che “Andiamo a Comandare” ha un picco di ascolti tra gli under 15 che non rappresenta pieno quello delle BigRadio, e se lo fate ascoltare per tre volte di fila a un +35 rischierete la frattura mascellare.

L’ON DEMAND E’ ANTI-ITALIA
Finora i dati ci parlano di una radio che fa propaganda musicale nei confronti di un pubblico inerme, come quello televisivo degli anni ’80-’90 quando diventò oggetto di scambio tra il prodotto e i creativi pubblicitari.

Al tempo stesso le playlist bloccate fioriscono di brani italiani (senza entrare nel merito della selezione), ma se guardiamo cosa ascolta il pubblico attivo, ad esempio aggregando i brani più ascoltati in Italia su Spotify tra il 3 Giugno e l’8 Luglio 2016, vediamo che ci sono solo due italiani nella Top20:

Per trovare artisti nostrani dobbiamo scendere alla 26° posizione dove risiede  Marracash e Guè Pecheno con “Nulla Accade“, ritroviamo il rapper alla 32° con “Salvator Dalì“, alla 33° c’è Alessandra Amoroso con “Comunque Andare“, poi il vuoto.

A questo punto è meglio una radio-propaganda che ci fa ascoltare molti più italiani (comunque Jovanotti e Max Gazzè, mica Afterhours e Salmo), oppure lasciare in mano la scelta al pubblico che tende ad autoglobalizzarsi?

Ci sarebbe la terza via, quella dell’intervento o supporto da parte dello stato, la oramai famosissima Quota Azzurra sullo stile di quella francese che attraverso sgravi fiscali, stimola l’inserimento nelle playlist di brani italiani sia al debutto discografico sia a scelta incondizionata.

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