Per la seconda e speriamo definitiva volta, John Frusciante, l’unico con un QI normale, se n’è andato.
Potrebbe essere un ottimo momento per i tre rimasti di chiudere il capitolo RHCP, ma non lo fanno e reclutano un mezzo fenomeno di 30 anni nella speranza di ripercorrere la scelta che li guidò da Hillel Slovak a Frusciante.

Come il secondo era amico e fan del primo, il terzo è amico e fan del secondo, sarà questa espressione algebrica ad aver fatto breccia nella testa di Anthony Kiedis.

Stiamo parlando di tre personaggi (Kiedis, Flea e Chad Smith) il cui spessore celebrale si è assottigliato allo stesso modo delle loro dipendenza dalla droga; adesso si ritrovano sobri, ma completamente spaesati e non riescono a capire che se chiudessero adesso entrerebbero nei cuori di tutti, nonostante lo scempio di “Stadium Arcadium”.

Tre anni fa conclusero il tour del suddetto osceno disco al festival di Reading/Leeds con uno dei più brutti concerti mai visti nel vecchio continente: inguardabili e inascoltabili, marionette che scimmiottavano se stessi, senza motivazioni.
Lì fu chiara la fine di una storia d’amore, la morte dei sentimenti; pur essendo senza figli decidono di vivere come divorziati in casa, nella speranza che la mascotte Josh Klinghoffer porti quel Frusciane che è in lui.

Peggior scelta non poteva essere effettuata, Josh, infatti, è un fidato collaboratore dell’attività solistica di John e i tre vedovi sperano di trovare in lui un giovane autore in grado di risollevare il risollevabile, manco fosse una modella Yamamay.

Ora.
Spero vivamente che Klinghoffer faccia un lavoro più psicologico che non artistico cercando di convincere i tre 50enni ad andare a giocare a golf, perché dice che anche lì qualcosa di interessante giri.
O al limite utilizzi i mezzi degli anziani per fare un bel disco per anziani.

Basta Rolling Stones, The Who, le reunion dei Led Zeppelin, che poi convincono pure i Litfiba! Sembrava fatta, invece Renzulli è ritornato… Lo vedete!?!