Con una sola canzone, chi sarà riuscito a guadagnare più di 2.400.000 Euro?
Oggi andiamo a ravanare nelle tasche di musicisti, o quanto meno ci proviamo, partendo dall’analisi dei numeri degli ascolti su Spotify.
Come dimostrato nelle analisi precedenti, realizzate consultando i rendiconti di oltre 10.000.000 di stream, abbiamo già capito una cosa: Spotify e gli altri digital store, hanno oltre 400 fasce di prezzo per monetizzare un singolo stream. Calcoli che provengono da molti fattori, come ad esempio il tipo di abbonamento dell’utente, o il paese di ascolto del brano.
Per farvi un esempio: ho visto un singolo stream proveniente da un account Spotify Premium ungherese, totalizzare, da solo, 6,945262 euro (lo scrivo con tutti i decimali). Cifra che normalmente si totalizza con circa 4000 ascolti. Ma è un caso unico che fa pensare a un piccolo bug del sistema. Infatti il valore medio di una royalty Ungherese è di 0,00168 Euro.
Quella italiana non è poi così lontana con ben 0,00193 Euro per ascolto.
Questi dati, vi ricordo, sono estrapolati da rendiconti, non da ‘l’ho trovato su internet’ o ‘il mio discografico dice che’. Sono dati reali e concreti.
Consultandomi però con decine di fonti e addetti ai lavori all’interno della discografia, ho potuto evincere che le major strappano contratti più vantaggiosi con Spotify e che molto probabilmente, facendo valere il loro catalogo e detenendo quote del colosso streaming, riescono ad ottenere una media di 0,003 Euro per singolo stream, il triplo degli artisti e distributori indipendenti.
Prenderò questo dato pere fare i conti in tasca agli artisti italiani più popolari su Spotify, anche perché sono tutti contrattualizzati con major.
Prendiamo i tre top artisti italiani di questo momento:
Maneskin:
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miglior numero di stream per singola canzone – “Beggin’”, con 821.216.610 Stream
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brano in italiano più ascoltato – “Zitti e Buoni” con 260.667.351 di plays.
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Miglior numero di ascolti dell’intero catalogo: 2.549.788.647 ( DUE miliardi e mezzo!)
Ok, potremmo finirla qui.
Ma invece inseriamo anche Salmo:
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1,315,470,715 di ascolti del suo intero catalogo.
E Mahmood, che fino a poco tempo fa aveva il brano in italiano più ascoltato al mondo:
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“Soldi” con 192.313.153 plays.
Tutti e tre sono sotto contratto con major, quindi si suppone che la loro media royalty sia di 0.003 Euro ad ascolto: per ogni milione di plays guadagnano 3.000 Euro. Mettetela come vi pare, ma è comunque poco.
Detto questo, adesso capiamo come le ‘aziende’ Maneskin, Salmo e Mahmood hanno incassato, dico aziende perché gli introiti guadagnati saranno ovviamente ridistribuiti all’interno: una parte la terrà la label, di solito una fetta importante, una parte va ai produttori, agli autori, agli editori, una parte va in tasse (grazie Stato italiano); magari andasse tutto nel portafogli di Salmo.
Detto questo:
Mahmood – “Soldi” = 580.000 Euro
Salmo, intero catalogo = 3.950.000 Euro
Maneskin:
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“Beggin’” = 2.460.000 Euro
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“Zitti e Buoni” = 780.000 Euro
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Intero catalogo = 7.650.000 Euro
Se chi legge è un artista indipendente o con un distributore indipendente, dovete fare il calcolo a 0.00193 Euro per singolo stream.
Per chi volesse puoi inviarmi i rendiconti, con gli omissis dovuti, così possiamo calcolare la media per singolo paese e per singolo DSP.
Buon Natale.