Le Classifiche, MusicaBuzz

La classifica delle classifiche: i migliori album del 2015 secondo tutte (o quasi) le riviste e siti italiani

La cosa più divertente di Dicembre è che si fanno le classifiche dei dischi dell’anno.

Secondo il sito AlbumOfTheYear, che raccoglie decine di testate internazionali, vince Kendrick Lamar seguito da Sufjan Stevens e Father John Misty.

Ho fatto la stessa cosa con le testate, siti e riviste italiane che hanno realizzato classifiche, dando 10 punti al 1° in classifica, fino ad arrivare all’ultimo posto (il 10°) che guadagna solo 1 punto.

La cosa interessante è che hanno premiato molti dischi italiani, ben 5 su 10! E se non sbirciate subito in fondo all’articolo avrete delle sorprese in fase di podio.

Ma:

  • Mettere nella top 10 DeGregori che canta Dylan è come dire che “Il Ragazzo Invisibile” di Salvatores può rivaleggiare con la saga di X-Man. Siamo più buoni, non solo perché è Natale, ma anche perché siamo italiani e tendiamo a proteggere i nostri cari che invecchiano.
  • Continuiamo ad essere forse troppo buoni brindando a Calcutta e al suo “Mainstream” che effettivamente è molto bello, ma ha una parte centrale terribile (‘Limonata’, ‘Frosinone’, ‘Dal Verde’), e possiamo chiudere un occhio, ma non gli orecchi. E un album per essere il bello dell’anno deve esser bello tutto.
  • Nessuno ha messo nella classifica l’omonimo de Il Teatro degli Orrori, significa che per Capovilla e soci è arrivato il capolinea (senza punto interrogativo).
  • Per la redazione di Noisey: ma siete impazziti?
  • E i miei Bianco (“Guardare per aria”) e Giovanni Truppi?
  • Per chi invece è stato cattivo anche a Natale e non si è divertito, come premio, anticipo la classifica degli album che hanno totalizzato un solo punto: Animation – “Machinelanguage”, Blur – “The Magic Whip”, Carmen Consoli – “L’abitudine di tornare”, Dumbo Gets Mad – “Thank You Neil”, Emidio Clementi – “Notturno Americano”, Herva – “Kila (Planet Mu)”, Holly Herndon – “Platform”, Kurt Vile – “B’lieve I’m Goin’ Down”, Suuns + Jerusalem In My Heart – “Suuns + Jerusalem In My Heart”, YouAreHere – “Propaganda”
  • Sempre per i cattivi, il premio “Frase Più Bella Per Stroncare Un Disco” l’ha vinta Monina che su IlFattoQuotidiano scrive, parlando del nuovo della Pausini: “Laurona nostra deborda e di canzoni ce ne tira addosso sedici, manco le avessimo rigato la macchina“.

 

Ma ecco la top 10 inversa (e non sbirciate):

10° (18 punti): Courtney Barnett –  “Sometimes I Sit And Think, And Sometimes I Just Sit”

Courtney Barnett - Sometimes I Sit And Think, And Sometimes I Just Sit

Chi dice cosa.
Indie-Rock.it
: “Da tempo non si sentiva un disco così genuinamente brillante, originale e fresco”
OndaRock: “Il talento c’è, ma per ora si tratta di facili entusiasmi”.
RollingStone.it: “Il miglior debutto dell’anno quest’anno arriva da un’artista indie-rock australiana di 27 anni”.

10° (18 punti): David Gilmour – “Rattle That Lock”

David Gilmour – Rattle That Lock

Chi dice cosa.
OnStageWeb: “Ascoltare le evoluzioni delle dita di Gilmour sulla sua chitarra riporta a un piacere dell’ascolto che nell’era dello streaming è sempre più raro”.
Outune: “Gilmour con questo album dimostra ancora una volta di poter esistere anche al di fuori della band con cui è diventato una leggenda e di avere ancora un ruolo nella scena rock, alla soglia dei 70 anni” (recensione).
Panorama: “Un disco che parla di vita, di gioia di vivere e del piacere di gustare ogni singolo istante della nostra presenza nel mondo” (recensione).

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9° (19 punti): Benjamin Clementine – “At Least For Now”

Benjamin Clementine – “At Least For Now”

Chi dice cosa.
Indie-Rock.it: “I momenti meno immediati intrigano, le strofe di ascolto più facile appassionano, i ritornelli impetuosi entusiasmano”
OndaRock: “Benjamin Clementine è il romanticismo impulsivo del XXI secolo, la frenesia dei nervi tesi sulle corde del pianoforte”.

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8° (20 punti): Julia Holter – “Have You In My Wilderness”

Julia Holter - Have You In My Wilderness

Chi dice cosa.
DLSO: “Un disco affascinante e stratificato che, oltre a essere il punto più alto della discografia della Holter, si potrebbe accostare al film di Resnais”.
StoriaDellaMusica.it: “Come scriveva Montale in “Gloria del disteso mezzogiorno”: «più si mostrano d’attorno / per troppa luce, le parvenze, falbe». Così è il quarto disco di Julia Holter: talmente abbagliante (e bello) da lasciare quasi disorientati”.
OndaRock: “L’album più accessibile e semplice di Julia Holter“.

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7° (21 punti): Any Other – “Silently. Quietly. Going Away”

Any Other - Silently. Quietly. Going Away

Chi dice cosa.
DeerWaves: “Davvero sorprendente su più punti: partendo dalle ispirazioni che si fanno piacevolmente mescolare e travolgere da una personalità spiccata; continuando sulla coesione, la sensibilità e la maturità ingenua dei testi”.
IndieForBunnies: “Un esordio positivo, una voce sincera e per niente forzata, un disco ben suonato che non vuole sconvolgere ma vuole essere diretto, sincero”.
DLSO: “Any Other è il nuovo progetto di Adele Nigro, metà delle Lovecats […]. Ora le Lovecats non ci sono più, ma Adele ha deciso di continuare a suonare, seguendo una strada nuova e tutta sua” (intervista)

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6° (33 punti): Colapesce – “Egomostro”

Colapesce_Egomostro

Chi dice cosa.
Internazionale: “Rispetto a Un meraviglioso declino, ci sono meno chitarre e più sintetizzatori. Ma la nuova formula funziona ed è supportata da canzoni solide (Dopo il diluvio, Reale, Maledetti italiani)”.
DeerWaves: “Egomostro é un disco che ha le carte in regola per farsi tradizione. Così tra vent’anni non verrete a dirci che non vi avevamo avvisato”.
RockIt: “È riuscito trovare un vestito diverso – non per forza nuovo ma ugualmente importante – per la canzone d’autore”.
IndieForBunnies: “Colapesce localizza l’egomostro che ognuno di noi si costruisce nel proprio io e cerca più che di abbatterlo, di osservarlo con attenzione per capirne l’origine, la natura”.
DLSO: “Il linguaggio di Lorenzo si fa universale, magnifica il nulla”.

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5° (43 punti): Sufjan Stevens – “Carrie & Lowell”

Sufjan Stevens - Carrie & Lowell

Chi dice cosa.
OnStageWeb: “Se avete bisogno di una testimonianza che il cantautorato nel 2015 sia ancora vivo, dovete ascoltare questo concept album che riesce a coniugare la leggerezza della musica a una impressionante profondità dei testi”.
OndaRock: “Niente architetture barocche, niente trovate spiazzanti. A Sufjan Stevens stavolta non interessa stupire”.
DLSO: “La complessità del disco rivela una coesione impressionante che lo rende un amalgama perfetto”.
Indie-Rock.it: “La semplicità contro i sentimenti più complessi, a fare di ogni nota un’emozione e un graffio in meno nella sua anima”.

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4° (49 punti): Calcutta – “Mainstream”

calcutta-mainstream-cover

Chi dice cosa.
DeerWaves: “Uno dei dischi italiani più chiacchierati dell’anno. Dal singolone “Cosa mi manchi a fare” al Frosinone, Calcutta è stato indubbiamente uno dei protagonisti di questo 2015”.
RockIt: “Calcutta è riuscito a scrivere pezzi diventati classici istantanei, dando la sensazione di essere uno di quei pochi dotati di un talento istintivo, di quelli che riescono a tirare fuori tantissimo dal poco che hanno tra le mani”.
IndieForBunnies: “Il vero Mainstream non è quello della musica, ma quello dei sentimenti.
Dell’amore, che è soprattutto nostalgia”.
DLSO: “È un pop che dipinge una grande solitudine, quello di Calcutta, e della ricerca di una sponda nel mare di banalità del mainstream”.

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3° (52 punti): Kendrick Lamar – “To Pimp A Butterfly”

kendrick-lamar-to-pimp-a-butterfly

Chi dice cosa.
RollingStone.it “Musicalmente, liricamente ed emotivamente, il terzo album di Kendrick Lamar è un capolavoro unico”.
DLSO: “Kendrick Lamar non ha fatto il disco dell’anno, ha fatto qualcosa di diverso”.
Indie-Rock.it: “E’ questo disco un auto-investitura? Un’auto-incoronazione? Probabilmente sì, e per quanto possa sembrare arrogante, riuscita e assolutamente legittima”.
OnStageWeb: “Se siete stanchi di sentire brani rap che parlano di troie, cocaina, dollari e vita fuori e dentro al ghetto in un modo che sembra fermo agli anni Novanta, può essere un’ottima scusa per smettere di snobbare il rap”.
RockOl: “Un capolavoro che va oltre i generi, che fonde jazz, musica black, hip-hop e pop”.
OndaRock: “I dettagli e i vari inserti vengono curati in maniera quasi maniacale, mentre i testi affondano in un oceano di sferzanti esternazioni”.

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2° (punti 53): Verdena – “Endkadenz Vol. 1 & Vol. 2″

Verdena - Endkadenz Vol. 1 & Vol. 2

Chi dice cosa.
Internazionale: “I Verdena sono la più grande rock band italiana”.
RockOl: “La ricerca di una forma di bellezza stranita e inusuale, perseguita con tanta sfrontata generosità, dà vita a una sequenza musicale bizzarra e sfinente”.
DeerWaves: ” I Verdena dimostrano ancora una volta di essere tra i musicisti più validi e innovativi nel panorama italiano”.
RockIt: “I due “Endkadenz” sono un colata sonora che ti avvolge e ti impone un ascolto attento, che ti tramortisce e ti porta in un mondo altro”.
IndieForBunnies: “Endkadenz potrebbe essere la sintesi dell’ambizione pop di ‘Wow’ e della cupezza di ‘Requiem’: una reazione chimica perfetta e abbagliante e travolgente come un’esplosione nucleare”.

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1° (punti 95): Iosonouncane – “Die”

Iosonouncane - Die

Chi dice cosa.
Internazionale: “Die è un disco coraggioso, perché è tanto inattuale quanto innovativo, tanto arcaico quanto moderno. Fa andare Lucio Battisti a braccetto con Aphex Twin, la musica sarda con il prog rock degli anni settanta. Tra qualche anno sarà considerato un classico della musica italiana”.
RockOl: “Suoni sofisticati e allo stesso tempo primitivi, sconquassanti, terragni. Strumenti tradizionali ed elettronici, in un mix unico”.
DeerWaves: “Die è un disco profondamente sardo non solo per l’origine, per i tenores, per i suoni granitici e profondi. Si percepisce un’abnegazione totale di Iosonouncane nella lavorazione di Die che ha permesso questo piccolo gioiellino”.
RockIt: “Il primo singolo estratto è “Tanca”, e dura 8 minuti. È una perfetta dichiarazione d’intenti. […] È uno dei lavori italiani che regge meglio il confronto con l’estero: c’è Battisti ma anche gli Animal Collettive e il post-punk che si mischia alla techno. È un album importante”.
ImpattoSonoro: “IOSONOUNCANE ha in sé qualcosa di geniale, qualcosa di talmente nuovo da spaventare (all’inizio)”.
IndieForBunnies: “‘Die’ semplicemente è un lavoro fenomenale, miracoloso che ha settato nuovi standard che nella nostra allegra penisola difficilmente verranno superati nel brevo periodo”.
DLSO: “‘DIE’ è un disco monumentale da ascoltare infinite volte per svelarne anche il più profondo e celato dei segreti e per restare ancora una volta scioccati dalla meraviglia artistica creata dal perfezionista Incani in questi anni. […] è una sorta di “Anima Latina” di Battisti portato ai giorni nostri”.
Storia della Musica: “Incani pare un Battisti immaginifico […] Die tutto è, infine, un capolavoro di ossigeno e silicio”.

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Le testate prese in esame:

  1. Panorama
  2. Internazionale
  3. Noisey
  4. OnStageWeb
  5. RockOl (ita) – RockOl (stranieri)
  6. DeerWaves
  7. RockIt
  8. OndaRock
  9. RollingStone Italia
  10. IlFattoQuotidiano
  11. Impatto Sonoro
  12. WorldWideAlbums
  13. FelineWood
  14. Indie For Bunnies
  15. Outune
  16. DLSO (ita) – DLSO (stranieri)
  17. Indie-Rock.it
  18. StoriaDellaMusica.it
  19. Il Mucchio

 

3 Comments on “La classifica delle classifiche: i migliori album del 2015 secondo tutte (o quasi) le riviste e siti italiani

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