#BandDaIncubo

#BandDaIncubo 10: i Black Wahle con il loro rock-barzotto salgono su un NCC (Noleggio Con Chitarrista)

Premetto una cosa: Giovanni Pone è gentilissimo e mi da l’idea di essere un ragazzo in gamba e con la testa sulle spalle, sa come gira il mondo e sa anche come incuriosire.
Premetto questo perché deve essere sempre chiara la divisione tra uomo e musica.
Adesso che ho fatto la premessa posso dirlo: “Blind” dei Black Whale è noiosissimo. Sia la musica sia il video.
Calcolate che al secondo numero 22 la mia pazienza umana è finita, poi sono andato avanti con quella, diciamo, ‘professionale’.
Ecco perché.
L’intro è abbastanza eccitante perché ti fa ricordare i BSBE o i loro più famosi emuli, i Black Keys (è solo per dire che Viterbini e Petulicchio sono a livello mondiale guys). Ovviamente già si avverte un differente trasporto e violenza.

I Black Whale sono bravi dal punto di vista tecnico, ma è come se gli mancasse una forte motivazione per suonare, o come se si ritrovassero a fare rock/blues perché suonare pop non fa così fico.

Il problema è il barzottismo, questo brano non è così moscio da essere rilassato, ma neanche così duro da fare paura. E il rock, se non hai una mazza in mezzo alle gambe, è difficile da suonare.

Poi arriva Giovanni con la sua voce e il brano devia immediatamente verso una new wave post punk con una melodia troppo semplice per permettersi di girare su due accordi.
Il bridge strumentale purtroppo non apporta nulla: non si capisce la qualità tecnica dei musicisti, non ci sono stacchi, non c’è un assolo, nulla, praticamente 8 battute buttate.
Al ritornello, oltre a una melodia che lo renda tale, manca anche delle urla di Giovanni, che invece mantiene il suo tono da rock-crooner come se ce ne fosse bisogno. E siamo solo a 3 minuti e 9 secondi.

Dobbiamo arrivare a 4 e 13, cosa mi aspetterà in questo incubo barzotto in bianco e nero (il video intendo)?

Un assolo? Forse: non si capisce bene se il chitarrista da libero sfogo alla sua sensibilità oppure fa il Noleggio Con Chitarrista: bella la macchina, pulita, arrivo a destinazione, ma preferivo cacarmi sotto dalla paura sul raccordo anulare con un passaggio di un folle senza marmitta, ecco, quello è un solo.

Il finale è un tentativo di convincerci che il ritornello è un ritornello, ma mica ci riescono, alla fine è un buon finale, ed è quasi un sollievo esser riusciti ad arrivare alla fine, perché, nonostante tutto, Giovanni e i suoi Black Whale almeno un ascolto glielo dovevo. Ah, glielo abbiamo ‘dovuto’ in 478 (e almeno 8 sono le mie), e poi dite che non c’è nessuno di generoso in giro.
Non credo che ne sia bisogno, ma i consigli sono: suonare quello che la propria anima chiede, avere una creatività fuori dalle righe, suonare in perenne eccitazione, non salire su un NCC (Noleggio Con Chitarrista) ma rischiare la vita con una Renalut 5 turbo tenuta con il fil di ferro a 250 km/h sul raccordo anulare, o dove volete voi,  ma soprattutto (visto che siete di Napoli e non serve la spiegazione) non vedo uno straccio di cazzimma.
Addios.

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