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Concerti: ecco perché vi conviene mettervi in regola (e il locale vi ringrazierà).

Di solito funziona così: esco la sera e vado nei locali a cercare una serata per la mia band, conosco, parlo, lascio demo e tutto quello che serve, così ottengo una data, magari anche pagata, diciamo 150 Euro in tre; e so già che mi saranno date in nero, e quindi non faccio storie.
Poi, mentre sono a suonare entrano dei tipi strani, vedo il gestore del locale che suda, si dispera, addirittura piange, perché gli ispettori del lavoro gli hanno comminato una multa di 27.000 Euro, 9.000 per ogni lavoratore in nero rilevato, ossia noi tre che siamo sul palco.

Ma i controlli sono così terribili?
“Certo, e stanno aumentando nel tempo; lo vediamo con le iscrizioni
che arrivano in un dato periodo da un luogo specifico: Bologna, Napoli ma anche Friuli e Veneto sono le ultime zone con più controlli. Oppure qualche estate fa a Riccione e Rimini. E durante questi controlli la voce si sparge e lo vediamo con le visite sul sito e con le iscrizioni alla nostra cooperativa”.
Chi parla è Giuliano Biasin, e la cooperativa della quale è presidente è Esibirsi (dal nome già capite di cosa si tratta).

Ma ai ‘localari’, come vengono chiamati a Roma, conviene pagare in nero, perché dovrebbero mai mettersi in regola e affrontare il calvario della burocrazia?
“Partono da un concetto sbagliato, perché se dai 100 Euro in nero, in realtà, ne stai pagando 146 Euro perché sono costi che non puoi scaricare, non è documentata e quindi ‘paghi’ la pressione fiscale, che per un locale è il 46% di minima. Se invece ti fai dare 100 + IVA, il gestore del locale si scarica il costo di giro (l’IVA), quindi ha risparmiato 46 Euro. O meglio, se paghi 146 Euro all’artista, tu hai speso uguale, l’artista è più felice e parla benissimo di te e parallelamente non rischi sanzioni che possono andare dai 1.500 fino si 9.000 euro per ogni artista (componente band) che viene rilevato ad esibirsi in modo non regolare.”.
Il concetto è difficile, lo ammetto, ma è matematica e fiscalità, ma soprattutto permettete al padrone del locale di non vivere la paura dei controlli.

In un locale possono far pagare alcune bibite senza scontrino, ed ecco che ho nero per nero.
“Spesso sono miopi perché guardano il proprio interesse personale, non quello del locale. Se fai nero e paghi in nero non ti conviene fiscalmente, appunto perché non puoi scaricare i costi; in più il nero ti può ‘servire’ solo per le proprie spese personali, per fare la spesa ad esempio, ma a quel punto stai pensando solo a te stesso, non alla tua società e alle persone che ci lavorano dentro”.

Stiamo parlando della ‘Messa in Regola’, che detta così sembra una preghiera burocratica per non far suonare le band. Ma in realtà se siete voi ad emettere fattura, è il locale ad essere cliente, quindi gli obblighi vanno in capo all’artista, e il gestore del locale deve soltanto firmare. Ma stiamo parlando con Giuliano di Esibirsi, quindi questo vale anche nel caso siate iscritti a una cooperativa che penserà a tutte le scartoffie.

“Inoltre la burocrazia che dovrebbe affrontare un locale intenzionato a regolarizzare gli artisti, è molto complessa e i costi di gestione sarebbero eccessivamente alti”

A questo punto conviene anche stipulare dei contratti con il locale?
“Questa è una pratica che andrebbe stimolata, ma i gestori dei locali sono spaventati nel firmare carte; in realtà un contratto mette tutti in tranquillità: l’artista ha nero su bianco che suonerà quel giorno, percepirà quel compenso, ma anche cosa accade se l’artista non si presenta. Oppure se in un locale all’aperto con rischio pioggia quale sarà il compenso se arrivo ma non monto, oppure se inizia a piovere mentre suono. Ecco, tutte variabili scritte per evitare future discussioni”.

La cosa interessante è che sempre più locali vogliono avere tutto in regola, quindi diventa fondamentale farsi trovare pronti, anche perché per un club far suonare dei musicisti senza partita IVA diventa una spesa colossale di gestione.
Cari musicisti, fate i conti con il mondo che cambia, con l’assenza degli intermediari, con l’auto gestione; e con l’aumento dei controlli.

“Aggiungo che se volete suonare per un Comune, siete obbligati ad essere in regola; e poi c’è la professionalità con la quale vi presentate offrendo un servizio in più, ‘noi siamo in regola e ti evitiamo la preoccupazione di un controllo’”.

2 Comments on “Concerti: ecco perché vi conviene mettervi in regola (e il locale vi ringrazierà).

    1. Sicuramente se vai su Esibirsi.it troverai le risposte che cerchi.
      Essere iscritto all’INPS (ex-ENPALS) è fondamentale per i contributi della tua pensione: servono 2400 giornate lavorative effettuate nell’arco di 20 anni per avere, per esempio, la pensione. E per giornate lavorative si possono contare, oltre ai concerti, anche le prove e le lezioni.

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