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Come fare per entrare negli algoritmi delle playlist di Spotify

Settimana scorsa abbiamo visto come è possibile entrare nelle playlist ideate e pubblicate dagli utenti.

Oggi ci occupiamo di quelle create dagli algoritmi, realizzate in base a filtri, ricerche e analisi. Da non sottovalutare anche quelle realizzate dagli staff editoriali, ma nei loro contenitori è possibile finirci se riusciamo a sfruttare al meglio il lavoro organico: followers, interesse e viralità.

 

IL FILTRO COLLABORATIVO

In maniera semplicistica l’algoritmo, ad esempio, che genera la playlist Discover Weekly (che è ogni volta incredibilmente interessante) funziona così:

  • Gli utenti Gino, Pino e Lino ascoltano spesso le stesse canzoni. Esce un nuovo brano che piace a Gino e Pino: l’algoritmo calcola la percentuale che il nuovo brano possa piacere anche a Lino e così lo ‘raccomanda’ all’interno della sua Discover Weekly.

In maniera più complicata ecco come funziona:

Se siete semplici musicisti e non ingegneri informatici, il consiglio che possiamo darvi è quello di fare in modo che il vostro brano sia su più playlist ‘umane’ possibile, perché l’algoritmo valuta anche quante persone cliccano sul vostro brano, e che tipo di conversioni ci sono dal semplice click, all’ascolto, al download (off-line).

POSIZIONAMENTO ONLINE

Non basta aver scritto, registrato e pubblicato un bellissimo brano, in questi anni di dittatura degli utenti, è necessario che siate in grado di far sapere al mondo che il vostro brano è bellissimo.

  1. Curate la vostra presenza su Spotify
    Datevi come traguardo 250 followers, è il numero grazie al quale potrete diventare account verificato; Spotify non vi ringrazierà soltanto con il bollino blu, ma sarete più facilmente rintracciabili perché porterete ascolti e utenti sulla piattaforma.
  2. Il vostro brano recensito
    Ecco cosa ha scelto per me l’algoritmo di Spotify questa settimana:

Al primo posto è presente Giorgieness con “K2”, brano azzeccato e in linea con i miei ascolti/gusti. Ma guardate adesso che tipo di risultati arrivano con la ricerca del brano/album su Google:

L’album “La Giusta Distanza” è stato segnalato dai siti musicali più influenti come RockIt, RockOl, SentireAscoltare, ImpattoSonoro, Ondarock e FunWeek. Questo significa ‘posizionamento’, ed è un lavoro che è possibile realizzare tramite un ufficio stampa (se avete budget) oppure in autonomia. Ma prima di contattare le redazioni pensate sempre alla ‘dittatura degli utenti’, ossia: fate in modo di avere già dei buoni numeri sui social.

 

  1. Discover the Discover
    La playlist che ho preso in esempio è una delle più ascoltate e dedicate; provate a trovare altre liste, tutte quelle che potrebbero essere in linea con la vostra musica o con il vostro pubblico. Poi fate la ricerca Google simile al punto 2, segnatevi le riviste/blog/siti che parlano di quei brani e contattate le redazioni. Fate questo per tutte le playlist che riuscite a trovare.

STIMOLATE LA CREAZIONE DI PLAYLIST

Oltre a creare la vostra playlist settimanale (consigliato) nella quale inserirete il vostro brano sul quale state puntando (super consigliato), provate a coinvolgere i vostri ascoltatori o follower di Spotify (avete raggiunto i 250?) nel realizzare delle liste con i vostri brani: come ricompensa ideate qualcosa di interessante e coinvolgente. Se ci riuscite, andrete a stimolare l’algoritmo che analizza le playlist, così incrocerà i dati e darà una sorta di punteggio al vostro brano che potrà essere raccomandato a nuovi utenti. Il concetto è simile al filtro collaborativo, ma l’analisi è direttamente sulle playlist e non sull’attività degli utenti.

 

3 Comments on “Come fare per entrare negli algoritmi delle playlist di Spotify

  1. Consigli veramente interessanti!!!
    Una parte dei consigli elencati sono informazioni che già conoscevo ma altri consigli sono nuovi, sottovalutati o dimenticati.
    Infatti penso che che per poter ritenere più informazioni in maniera chiara e stabile nella mia mente, dovrò ritornare spesso sul sito e rileggere tutto ciò che per me è nuovo.

  2. Dimenticavo un particolare che mi sembra giusto non trascurare.
    La fonte che mi ha permesso di trovare questo sito è stata un video di Michele Maraglino dove esortava in maniera molto accorata a visitare il sito. 😉

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