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Ecco perché alcuni artisti emergenti non emergeranno mai: 5 errori e 15 soluzioni

Il musicista emergente è una categoria talmente vasta da sfuggire a qualunque statistica.

C’è il chitarrista di paese che lavora alle Poste, ma vorrebbe lasciare paesello e impiego per seguire il sacro fuoco del rock. Ma in realtà fa pop melodico e non lo ammette perché il rock è più fico.
L’indie band metropolitana che ha comprato tutto uguale uguale agli Arctic Monkeys e continua a dire che la “gente non capisce un cazzo”, ma di uguale uguale agli Arctic Monkeys hanno solo le chitarre e un giubbotto.
Poi ci sono i cantautori ibernati, Gesù i cantautori ibernati. Che dramma umano. Rifiutano ogni concetto, canzone e innovazione nata dopo il 1979. E se gli parli di Brunori, Truppi o Le Luci ti dicono: “Quando scriveranno un brano come (a scelta tra Guccini, De Andrè, De Gregori, Rino Gaetano, Lucio Dalla, etc.) allora potranno pubblicare un album”.
Per chiudere: il rapper che non va a tempo, che non becca una rima, che non ha nulla da dire, che non sa perché si ritrova con un cappellino al rovescio e una felpa dei Lakers ma sbraita contro la società che li vuole tutti stereotipati.

Se vi sentiti inclusi in una delle categorie sopratcitate, mi dispiace molto, davvero.
Se invece fate parte delle altre 654.101.873.464.574.207.654 tipologie, allora siete in corsa per il vostro posto nell’industria musicale.

Ma gli errori sono sempre lì pronti, ecco quali sono e come evitarli.

Errore #1:
NON FARSI MAI DOMANDE

Di solito quando ci si ritrova per la prima volta in sala prove per formare una band non si pensa al progetto nei prossimi 5 anni, o a sviluppare un piano marketing. Giusto.
Ma arriva il momento in cui non farsi MAI domande diventa deleterio.
Se avete già iniziato a fare concerti, avete qualche brano originale e state per entrare in studio, vi dovete chiedere:

Soluzione #1
– Quale è in realtà il vostro obiettivo principale?
Suonare, fare dischi, ottenere un contratto indie o major, andare a XFactor? Deve essere tutta la band a rispondere, non si tratta di un viaggio personale, ma di tutti i membri ed è giusto che si decida insieme cosa raggiungere.

Soluzione #2
– Quali sono le cose che volete adesso?
Una volta stabilito il potenziale traguardo finale è il momento di scegliere le tappe a breve termine. Son le più semplici e devono essere raggiungibili facilmente, questo per spronarvi ad andare avanti. Non fissate come primo obiettivo avere una pagina con 50.000 fan e il vostro brano in heavy rotation su Radio DeeJay.

Soluzione #3
– Di quanti soldi avete bisogno?
Ci sono dei costi fissi come la sala prove, il noleggio di un furgone, lo studio di registrazione, il merchandising, la paga dei musicisti. Dovete sapere bene quanto ‘costate’ per poter chiedere un cachet equo, ma anche per poter prevedere degli investimenti. Fare un album e non avere soldi per promuoverlo è inutile.

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Errore #2:
PERDERE TEMPO IN COSE INUTILI

L’agenda di un musicista DIY deve essere sempre zeppa di idee che possano incrementare la portata degli obiettivi: allargare il proprio pubblico, suonare dal vivo e cercare (anzi, FARSI TROVARE!!!) da manager o etichette. Ma avere troppi impegni che non portano nulla è semplicemente… inutile.

Soluzione #4
– Non dovete piacere a tutti
Rassegnatevi, non potete avere un pubblico globale. Anche per chi opera nel locale e nei piccoli centri: non perdete tempo a convincere le persone a diventare vostri fan. Concentratevi solo su chi già ama la vostra musica e partite da quello, se la vostra musica vale saranno i veri ascoltatori a farla conoscere. La cosa peggiore è tentare di conquistare un pubblico che non è interessato.

Soluzione #5
– Non cercate un manager o un’etichetta se è troppo presto
Per molti musicisti avere un contratto discografico significa poter sfoggiare un attestato che confermi formalmente lo status di artista. Lo vogliono subito, e spesso si imbattono nei Gatti e nelle Volpi che popolano questo ambiente. Prima dovete concentrarvi sulla musica e sul vostro suono, poi sui concerti e infine sulla costruzione di una solida fan base locale. Mirate alla registrazione di un EP e ideate dei concerti di presentazione, a questo punto potete invitare discografici, manager e stampa specializzata. Se vi proponete troppo presto e non siete pronti rischiate di bruciare tutte le vostre possibilità.

Soluzione #6
– Non suonare gratis alla sagra del tortello
Attenzione, non dico che suonare alla Sagra del Tortello non va bene, anzi. Ma non va bene suonare GRATIS alla Sagra del Tortello. Ogni concerto senza cachet che volete affrontare deve in qualche modo portarvi dei risultati: un locale focolare di una scena, una serata sponsorizzata da grossi marchi, un festival, un concerto di beneficenza… sono tutte ottime cause che possono arricchire voi stessi e la vostra carriera. Evitate di suonare gratis in quei luoghi dove avete certezza di non ottenere nulla che possa migliorare la vostra musica.

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Errore #3:
TRA UN BRANO E L’ALTRO IL VOSTRO FRONTMAN DICE COSE IMBARAZZANTI

Un concerto non è fatto solo di musica. Ci sono tutti e cinque i sensi attivati, più il sesto che li armonizza fra loro. Se il leader della vostra band è antipatico, la vostra musica sarà antipatica.

Soluzione #7
– MAI DIRE: “Qui sul palco si sente malissimo, spero che in sala sia meglio”
Non solo vi fate come nemico il fonico, che farà di tutto per sabotarvi lo show, ma darete anche la sensazione di una scarsa professionalità. Dovete esser certi che il suono sia fantastico, e non incolpare qualcun altro delle vostre mancanze.

Soluzione #8
– MAI DIRE: “Scusate, non è colpa nostra, prima la pedaliera funzionava”
Capita molto spesso che gli strumenti sul palco inizino a ‘dimenticarsi’ quello che avevate fatto al sound check; la cosa importante è non scusarsi. La maggior parte del pubblico non ha neanche capito che c’è stato un problema, e quelli che lo sanno rimarranno colpiti da come siete stati in grado di risolvere l’inconveniente. Anche in questo caso dare la colpa a qualcosa o a qualcuno vi farà sembrare poco professionali.

Soluzione #9
– MAI DIRE: “Abbiamo scritto questa canzone pochi giorni fa e non è ancora perfetta, non mi ricordo molto il testo e dovrete scusarci se…”
Il pubblico se n’è già andato al bar o al bagno e sarete solo voi, i vostri parenti e il fonico. Oltre a contenere la parola ‘scusate’ (che abbiamo trattato sopra), abbasserà le aspettative del pubblico e farà scendere di qualche grado il clima all’interno del locale. O fate il brano o non lo fate, non è che facendo il discorsetto il pubblico applaudirà di più.

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Errore #4:
NON AVERE IL CORAGGIO DI CACCIARE UN MEMBRO DELLA BAND

E’ un vero dramma, una situazione nella quale nessuno si vorrebbe trovare mai, ‘licenziare’ un membro del gruppo nel quale suonate è una cosa da veri bastardi. Ma se volete veramente migliorare, avete bisogno di musicisti migliori. Ecco come fare senza sentirvi bastardi dentro.

Soluzione #10
– Registrate le prove e mettetelo davanti a evidenti lacune
Registrare le prove o i live è una cosa obbligatoria che va fatta sempre. Ancor di più se nella vostra band c’è un musicista che non riesce a stare al passo. Se vi mettete seduti davanti a uno stereo evidenziando gli errori commessi, sarà più facile arrivare a una soluzione comune.

Soluzione #11
– Cambiare approccio e modalità delle prove
Se il musicista che volete cacciare vuole provare a migliorare dovete cambiare il modo in cui fate le prove. Dategli assolutamente la possibilità, ma iniziate a suonare stimolando l’interplay, ossia quella disciplina nella quale ogni musicista deve stare più attento a quello che fanno gli altri più che a se stesso, e far funzionare il brano come un motore a più parti. E siate esigenti quando chiedete di venire alle prove con le parti già imparate.

Soluzione #12
– Andate a vedere concerti insieme, soprattutto quelli con musicisti dotati
Ma soprattutto non dite: “Vedi come suona lui, perché TU non sei così bravo?”. Cercate di parlare sempre di NOI, di come la band può migliorare, date spunti che valgano per tutto il gruppo. E al limite date consigli, evitate di criticare e basta.

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Errore #5:
AVERE TROPPE CANZONI NON COMPLETE

Capita a tutti di essere folgorati dall’ispirazione, alzarsi di notte per appuntare una strofa, un verso, una melodia. Capita a tutti di non riuscire ad andare avanti oltre a quell’appunto fatto nel mezzo del sonno. Ecco gli ultimi tre consigli per evitare di avere una cartella piena zeppa di appunti e zero canzoni.

Soluzione #13
– Obbligatevi a finire una canzone
Prendetela come un esercizio, oppure come un compito. Una volta l’ispirazione vi lascia soli, cercate di concludere il brano, sforzatevi di trovare un ritornello adatto, un bridge o un finale. Scrivete un testo che possa funzionare ugualmente e registratelo. Fregatevene se la canzone è terribile e inascoltabile, ricordate che è sempre un esercizio, e a quel punto sarete obbligati a renderla migliore. PS: vale anche darsi una data di scadenza. Se di lunedì è meglio.

Soluzione #14
– “Non riesco a trovare lo stesso mood!”
In questo caso esiste solo una soluzione: il diario del compositore. Lo so, sembra terribile dover tenere un diario, soprattutto se è segreto. Ma può realmente aiutarvi nel superare il blocco dello scrittore. Annotate le sensazioni e le emozioni che avete provato in un certo momento di forte ispirazione. Sarà impossibile ritrovarle, ma avrete nero su bianco le istruzioni per completare il puzzle.

Soluzione #15
– Avere pochi/troppi input esterni
Il perfetto bilanciamento è una delle cose più difficili da trovare, la lotta è sempre tra poco e troppo. In questo caso si tratta di trovare la giusta equazione tra le ispirazioni esterne (l’ultimo album di XXXXX, quel concerto, quel dipinto, un libro, etc.), ma anche sapere quando è il momento di spegnere lo stereo, chiudere la TV e non aprire un libro d’arte per una settimana. Provate a cambiare approccio, smettete di leggere autori impegnati e dedicatevi a una lettura tecnica, oppure  – se avete problemi opposti – fatevi una passeggiata in un luogo deserto.

One Commnet on “Ecco perché alcuni artisti emergenti non emergeranno mai: 5 errori e 15 soluzioni

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