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Vinili: se solo il musicista conoscesse l’arte dell’investimento. E se sei DIY guadagni di più.

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Un articolo interessante sui vinili è stato rilanciato da RockIt, ecco un estratto: “L’ultima ricerca pubblicata questa settimana dalla RIIA (Recording Industry of America) ha attestato che le vendite di vinili in America nei primi sei mesi del 2015 hanno toccato i 221.8 milioni di dollari. […] Il dato supera di gran lunga i guadagni ottenuti dalle royalties derivanti da canali video […] e da piattaforme di streaming […]. Tutti questi servizi insieme hanno raccolto solo 162.7 milioni“.

Negli Stati Uniti quindi il vinile sta tornando anche dal punto di vista commerciale oltre che per moda.
Facendo i calcoli si evince che:

  • dei 9.2 milioni di vinili venduto in USA, ben 8,8 sono LP, il resto sono singoli  (400.000)
  • se dai 221.8 mln di dollari togliamo i 4.2 mln generati dai singoli si ottiene 216.8 mln di dollari come volume di affare per gli album
  • dividendo 216.8 mnl di dollari per i 8.8 mln di pezzi venduti, si ottiene il prezzo medio del long playing = 24.65 dollari

Facciamo lo stesso calcolo per l’Italia.

  • non ho il tipo di vinile venduto (singoli, LP, Ep, etc.), ma solo il numero totale di pezzi venduti: 178.424 (50 volte inferiore al dato americano)
  • dall’ultimo report pubblicato sul sito della FIMI, i vinili venduti nel primo semestre del 2015 (lo stesso periodo calcolato dalla RIIA) hanno generato un valore di 2.392.000 € (più di 90 volte inferiore al dato americano)
  • Facendo lo stesso calcolo (2.392.000/178.424) si ottiene il prezzo medio di un disco = 12,41 Euro (14,13 dollari).

La prima cosa che salta agli occhi è che in Italia il vinile ha un costo medio di 10 dollari inferiore al mercato americano.

Ma in realtà quanto ci guadagnano gli artisti?
Se il musicista decide di stamparsi il vinile da solo e venderselo ai concerti o via BandCamp (leggi anche come massimizzare gli introiti digitali), deve partire dal presupposto che una copia gli costerà dai 3 ai 5 euro (preventivi fatti per 300 pezzi), con un guadagno netto tra i 7,41 e i 9,41 Euro.

Nella realtà i vinili si vendono principalmente al tavolo del merch (leggi anche come raddoppiare gli incassi ai concerti) a un prezzo che potrebbe stare tra i 10 e i 15 Euro, con un guadagno netto che potenzialmente va dai 7 ai 12 Euro per copia venduta.

Conclusione.
Caricare brani sulle piattaforma streaming e video non ha costi, se non quelli minimi che sono di circa 30/50 euro a seconda della piattaforma che si sceglie; è bene sapere che anche il ritorno economico è molto basso, per 10 euro pagati dal cliente, l’artista se ne intasca solo 6 Euro, ma solo se fa tutto in autonomia.
Il CD rimane ancora il ‘souvenir’ più amato dagli italiani che vanno ai concerti, il costo di produzione si è abbassato notevolmente e per ogni pezzo venduto a 10 Euro si possono intascare almeno 8,5 Euro nette.
Se si abbina il bundle con vinile/download link/t-shirt, ecco che il musicista può rendersi particolarmente felice degli incassi a fine serata… a meno che non facciate parte di questa categoria.

3 Comments on “Vinili: se solo il musicista conoscesse l’arte dell’investimento. E se sei DIY guadagni di più.

  1. Fabrizio avresti dovuto citare questi servizi che ti stampano il vinile a 5/7 euro!

    Se così fosse io me ne farei stampare subito un centinaio di copie da vendere 😉

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