Social Music Marketing

Errori e soluzioni agli orrori delle giovani band che ce la vogliono fare.

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Lo scorso ottobre ho pubblicato una mini-guida su quali fossero i 10 punti fondamentali per una band che vuole emergere.

Dalla scelta del supporto, al comportamento online, all’agognato contratto discografico.

Non parlavo degli errori, ma cercavo di dare delle soluzioni agli interessati.

Adesso proviamo ad analizzare quali sono gli errori più frequenti e quali soluzioni dovrebbero prendere.

1. Suonare dal vivo prima di esser davvero pronti

Classico esempio di come rovinare una carriera nel più breve tempo possibile. La musica, come il vino, vive molto con il passaparola: se pubblicizzi e strombazzi il tuo primo concerto devi essere o completamente pazzo oppure sei gli O.R.K.

2. Sperare che qualcuno venga al vostro primo concerto

Adesso che avete messo a punto la scaletta e la band è navigata anche nei live, dovete riempire il locale dove suonate. Per prima cosa leggete qui cosa dovete fare prima, poi concentratevi nel far arrivare nel locale più gente possibile. Non lamentatevi del direttore artistico che vi chiede quanta gente portate, più che altro mettetevi d’accordo su quanto guadagnate dello sbigliettamento. In caso di entrata gratuita organizzatevi con un buon tavolo del merch.

3. COMPRARE FAN SU FACEBOOK!!!

Sembra incredibile ma c’è ancora chi lo fa. Poteva andare bene qualche anno addietro, ma adesso: a) FB si sta organizzando e spesso toglie i fan ‘dormienti’ o quelli che reputa provenire con mezzi non organici, b) è inutile avere una pagina con 15.000 fan e 3 like sui post, la parola d’ordine è ‘coinvolgimento’, meglio pochi ma affezionati, c) mirate alle condivisioni, ai commenti e ai like per aumentare l’edgerank.

4. YouTube? Vietato mettiere i video fatti con i cellulari

I video live sono sempre meno considerati, eppure (se solo ragionaste) i direttori artistici vogliono vedervi dal vivo prima di concedervi il palco. Le immagini tremolanti e l’audio saturo degli smartphone è la conferma della vostra poca professionalità. Quando conoscete qualcuno, ancora prima di dargli la mano e dirgli ‘ciao’, vi siete già fatti un’idea di chi avete davanti soltanto dai vestiti che indossa. Perché il padrone di un locale non dovrebbe fare lo stesso con voi? Vanno benissimo sia i live nei locali (fotocamere + audio dal mixer), sia le sessioni dal vivo sullo stile di Casa Lavica.

5. Sottovalutare la newsletter

Forse lo avete dimenticato oppure siete convinti che il mondo giri solo su FB, ma in realtà la mail è ancora il Santo Graal della comunicazione digitale. Potete produrre una newsletter con cadenza regolare oppure mirata (concerti, promo radio, uscite discografiche, etc.), ma vedrete che il tasso di apertura sarà altissimo, soprattutto se sarete così intelligenti da recuperare le mail ai vostri concerti.

6. Sottovalutare il sito ufficiale

Anche qui molte band usano l’alibi che avere una buona pagina FB oppure una piccola ma funzionale galassia social possa andare bene. Invece vi serve un sito ufficiale di primo livello (VostaBand.it e non VostraBand.NomeCMS.it) dove aggregare tutti i vostri contenuti e aggiornamenti. Se pubblicate i video su YouTube, i testi su FB e le foto su Instagram, avete sicuramente bisogno di un unico luogo dove raggrupparli. In termini di tempo sono solo 57” di tempo in più, ma darete a chi cerca informazioni su di voi (leggi promoter, manager o booking) di non impazzire tra più piattaforme.

PS: non dovete essere dei graphic designer, potete fare come i Vulfpeck

7. Ostinarsi a non fissare obiettivi

Una volta che avete definito la band e pensate che sia la volta giusta, dovete fissare degli obiettivi: potete partire da fissare una serata al mese, oppure comporre 10 brani inediti in un mese, incrementare la vostra fanbase del 30% fino a contattare almeno 6 etichette ogni 4 settimane. Siete voi che dovete fissare lo scopo della vostra band, ma fatelo, sennò il rischio è quello di perdere interesse.

8. Fissare obiettivi irrealistici

Quando parlo di obiettivi non intendo SOGNI. Non potete pensare di andare in tour con Jovanotti, campare solo di musica dopo il primo mese, vendere 5.000 CD o entrare in airplay su RadioDeeJay. Gli obiettivi devono essere realistici, e possono aiutare alla realizzazione del sogno.

9. Suonare all’estero prima di essere pronti

In un mercato globale come il digitale ci sono molte più possibilità di suonare fuori dai confini dell’Italia. Ma fa programmato e realizzato soltanto quando avete tutto pronto: singolo, album, video, serate sold-out in patria, rassegna stampa, passaggi radio. In più dovete avere bene in mente il fattore Musicale Glocale: c’è qualcosa che vi contraddistingue a livello di suono? Ci sono dei rimandi alla vostra cultura? Avete una spiccata esoticità? Oppure siete i Be Forest?

10. Dare poca importanza al testo o alla composizione

Sempre più spesso mi capita di parlare con band che vogliono avere un suono, che si risolve in suite di 12 minuti di post-rock-psycho-noise. Va bene il suono (che poi è la caratteristica che vi deve contraddistinguere), ma è fondamentale dare un senso alla composizione, alla posizione delle strofe, alla preparazione del ritornello, alla creazione di un inciso. La musica è chimica, a volte matematica, sicuramente è un linguaggio universale che attraversa i corpi delle persone, e tradotto in elettricità dalle orecchie. Gli esperti sapranno decifrare queste onde, tutto il resto vive di vibrazioni e di sensazioni inspiegabilmente piacevoli (come quando ascolti “Drop the Game” di Flume & Chet Faker = frequenze calde + evocazione melodica + innovazione/novità). Molto tempo lo dovrete passare anche sui testi, non importa se cantiate in italiano, in inglese o in dialetto. Pensate al vostro brano come un’opera d’arte, pensate al linguaggio che utilizzate voi, provate a far danzare le parole ma allo stesso tempo comunicate uno stato d’animo. Se riuscite a scrivere velocemente vuol dire che siete veramente portati, se tirate via i testi vuol dire che fanno veramente schifo.

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