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Stai cercando un ufficio stampa? Ecco cosa devi fare prima. Con Lunatik, Fleisch e L’Altoparlante. Vol. I

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Solo in questi casi la musica finisce in prima pagina. Quindi dovreste avere un figlio illegittimo (come minimo) con Mina, Rita Pavone o MariaStella Gelmini. O con Adriano Celentano, Vasco Rossi o Ligabue.

L’Ufficio Stampa è quella agenzia che si impegna a promuovere il più possibile una band/artista tra gli addetti ai lavori, ma anche su quello che viene chiamato extra settore, visto che il mercato musicale si sta restringendo sempre di più.

Questi professionisti hanno il compito di fare in modo che il vostro disco venga recensito, la vostra musica passata in radio e in TV, le vostre interviste pubblicate, insieme a notizie, articoli e la rassegna stampa: tutto quello che può servire a veicolare al meglio la vostra arte.

Sul ruolo degli Uffici Stampa c’è però ancora molta confusione: i manager, che un tempo avevano il compito di rappresentare gli artisti, non esistono quasi più, quindi sono i musicisti in prima persona che devono relazionarsi con i vari professionisti della filiera musicale. Ed è qui che inizia il problema.

In questo articolo ho chiesto e raccolto le testimonianze di tre tra le agenzie più importanti d’Italia, quelle che lavorano ancora in maniera artigianale, credono nel prodotto, mettono nel lavoro quel qualcosa in più, ossia la passione e l’amore per la musica.

Oggi pubblico la prima parte con l’intervento di Gianpaolo Giabini, ideatore e direttore di Lunatik, al quale ho chiesto quali sono le caratteristiche e aspetti che deve avere una band/artista ben in testa PRIMA di contattare un ufficio stampa.

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Chi è: Gianpaolo Giabini, giornalista e talent scout,  ha scoperto i Verdena, ha portato Il Teatro degli Orrori a un livello superiore e ‘acceso’ Le Luci della Centrale Elettrica di Vasco Brondi.
Con la sua agenzia ha lavorato per Bloc Party, Coldplay, Dream Theater, Franz Ferdinand, Gods Of Metal, Mark Lanegan, Negrita, QOTSA, Radiohead, Sigur Ros, Sonic Youth…

Ecco i suoi 7 punti per lavorare al meglio, agenzia/artista:

1. Avere un’etichetta non serve
Una label come ce la possiamo ricordare negli anni d’oro non ha più senso, a meno che non sia un marchio riconosciuto come La Tempesta Dischi o la 42Records, magari non sono ricchissime, ma hanno un circuito già rodato.

2. Avere il paccheto completo non va bene
Spesso i gruppi (anche alla prima esperienza) arrivano già con tutto pronto e deciso, non puoi più dare una mano a livello artistico. Ti ritrovi quindi ad andare dietro il brano che hanno deciso loro. Se arrivassero con i provini del disco, potremmo lavorare insieme sulla scelta del singolo, sul quale puntare e perché, si avvierebbe un dialogo.

3. Contattaci almeno due mesi prima
Lavorare in anticipo di permette di pianificare anche l’uscita in base alle scadenze delle stagioni. I locali iniziano a pensare al cartellone invernale (ottobre e dicembre) già ad agosto; poi gennaio è quasi fermo, si inizia nuovamente a febbraio. In questo caso avere una rassegna stampa, significa avere un potente strumento in più per aumentare la visibilità.

4. Idee chiare, ma non pretese
Ogni tanto capita la band arrogante, come sono stati gli Audyaroad di Milano, non avevano la minima idea di cosa volesse dire fare comunicazione: se fai punk-noise non puoi andare su RadioDJ, e non chiedermi di Rolling Stone. Non sarai presente perché semplicemente non c’è spazio per te.

5. Notiziabilità
La band non arriva quasi mai con un’idea di notizia, sono sempre io che cerco di tirargli fuori più informazioni possibili; poi ti rendi conto che ci sono delle cose che si possono giocare perché magari la notizia c’è, ma non sono in grado di riconoscerla.

6. Network
Le cose principali che si fanno all’inizio sono le anteprime streaming dei brani e dei video; per chiudere questo tipo di accordi si va a presentare il tutto alle varie riviste e se si trovano una band che ha 800 contatti e un’altra 100.000, è chiaro che il direttore alza subito le antenne sulla band che ha un forte seguito. Capito anche che piaccia il progetto con 800 contatti e che lo facciano comunque.

7. Un buon servizio fotografico può avere senso.
Questo tipo di contenuti può essere l’ago della bilancia per chiudere accordi con riviste con una forte estensione web. Magari riusciamo a chiudere un’anteprima con VanityFair perché esistono delle belle foto, oppure un ottimo video: pensate alla multimedialità.

 

 

4 Comments on “Stai cercando un ufficio stampa? Ecco cosa devi fare prima. Con Lunatik, Fleisch e L’Altoparlante. Vol. I

  1. “2. (…)
    Spesso i gruppi arrivano già con tutto pronto e deciso, non puoi più dare una mano a livello artistico. (…) Se arrivassero con i provini del disco, potremmo lavorare insieme sulla scelta del singolo, sul quale puntare e perché, si avvierebbe un dialogo.”

    un articolo su cosa fanno gli uffici stampa, e uno dei loro esponenti conosciuti mette al secondo posto il lavoro che dovrebbe fare il produttore artistico. poi non ci lamentiamo che in italia non ci sia cultura del business musicale però.

    1. Ciao Giovanni,
      per una band al debutto discografico (oppure che vuole uscire con un EP) che vuole affidarsi a un ufficio stampa, è quasi impossibile che abbia anche un produttore artistico.
      Questa figura di solito subentra al momento in cui arriva un contratto e si possono sostenere spese più importanti.

      Oppure: investire soldi in un produttore artistico ti potrebbe permettere di avere un buon disco, ma poi se non sai come promuoverlo non ci fai nulla.

      A te la scelta.

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