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Diritto d’Autore on-line: si riparte dallo scontro Romaniani – Rivoluzionari.

Dibattere sul diritto d’autore on-line è una cosa saggia e giusta, ma il tema è innovativo, progressista, per qualcuno addirittura rivoluzionario.

Lo scorso 24 febbraio è stata direttamente AgCom ad organizzare una tavola rotonda, questa volta (8 giugno) si è presa la responsabilità la AFI, per mano del suo presidente Leopoldo Lombardi, ad ‘occupare’ la biblioteca del Senato e Camera per allungare la lista di proposte e paure.

Partiamo dal futuro.

Nei prossimi mesi questo tema diventerà importante, aumenteranno gli interessi dei grandi gruppi, si formeranno delle fazioni politiche verticali che si sfideranno trasverzalmente: ci saranno i Romaniani, ossia quelli che appoggeranno il decreto Romani, e i Rivoluzionari, grandi visionari e teorici della rete libera perché, come ha detto Angelo Zaccone Teodosi (Presidente isiCult): “La sinistra ha sempre pensato che libero fosse bello”.
Poi arriverà l’Europa che deciderà per noi e scatteranno le accuse Romaniani vs Rivoluzionari, rallenteranno i lavori di ammodernamento culturale e pagheremo sanzioni.

Tra i Rivoluzionari abbiamo già un martire: il commissario Agcom Nicola D’Angelo, relatore del testo sul Copyright che è stato sostituito con un ordine del giorno. Era un rivoluzionario perché aveva osato criticare apertamente il Testo proponendo una via più elastica, una cosiddetta ‘soft low’.

Si vede che non ha ascoltato il Senatore Vincenzo Vita che spiega: “Le norme progressive intaccano il mercato e i grandi gruppi. Sono pericolose” poi continua “Oggi stiamo proponendo la convivenza di due grandi diritti, la rete libera e la tutela del diritto d’autore” e allora vediamo quali soluzioni sono state proposte per far convivere i Rivoluzionari con i Romaniani.

Gina Nieri, romaniana, Membro CDA Mediaset S.p.A. e Vice Presidente R.T.I.
Da buona romaniana non propone, ma incolpa, in particolare Google, di fare profitti con i contenuti televisivi di altri. Ragionamento giusto e corretto che si può racchiudere in: i contenuti non sono una commodity.

Franco Bixio, rivoluzio-niano – Presidente Gruppo Editoriale Bixio – Vicepresidente C.A.P.I. (Federazione Europea Compositori, Autori, Produttori e Interpreti).ù
E’ lui l’uomo che riesce a stare in quattro staffe, è ubixio, ossia ‘ubiquo Bixio’ e gran portabandiera della campagna di sensibilizzazione sui giovanissimi, per far crescere in loro la consapevolezza che scaricare illegalmente è un grandissimo danno per gli autori. Giusto.
Ma sostiene anche di utilizzare la tecnologia come semplificazione della gestione del diritto d’autore. Giusto anche questo.
Poi dice: “Perché in Italia si è persa l’abitudine di rispettare le regole e ognuno tende a interpretarle a proprio uso e consumo”. Solo che questa ultima frase stride un po’ con quello accaduto oramai troppo tempo fa, circa 10 anni, quando Report, nella persona di Bernardo Iovane, andò a chiedergli lumi sul fatto che la sua società Musikstrasse organizzasse dei concerti di musica contemporanea che non vedevano la presenza di musicisti e pubblico, soltanto borderò riempiti con autori che facevano capo alla Musikstrasse stessa. Questo permetteva a Bixio di ottenere le maggiorazioni della SIAE, fino a sei volte la quota pagata dall’organizzatore alla SIAE stessa. Pagavi 300.000 lire e ne ricevevi 1.800.000. Non possiamo dire certo che sia una truffa, ma la famiglia Bixio aveva fatto parte del consiglio di amministrazione SIAE, ossia dove le regole si fanno: ecco dove stride la frase: “..e ognuno tende a interpretarle a proprio uso e consumo”.
PS: ovviamente ha querelato Report, ma è vero anche che ha successivamente ritirato la querela.

Renato “Che” Parascandolo, rivoluzionario, Presidente Rai Trade
Esordisce con: “La cultura è l’unica merce dell’umanità che trasgredisce alle regole del mercato economico, infatti, più si diffonde e meno si inflaziona”. Poi propone: “La RAI in 70 anni di storia ha creato contenuti di valore inestimabile e la cosa incredibile è che questi archivi sono stati realizzati dai cittadini italiani (anche grazie all’abbonamento, ndr). Potenzialmente gli andrebbe restituito loro parte di questo valore, o con accessi gratuiti a tutto il materiale, oppure con micro pagamenti. […] Se queste opere non vengono digitalizzate al più presto perché non portano profitto, rischiamo di perderle per sempre, perché sono supporti che si deteriorano”. Spiega che esiste già una tutela del diritto d’autore on-line, le Creative Commons e che basterebbe adottarle. Poi si rivolge alla Nieri: “YouTube ha portato alle estreme conseguenze la pratica inventata dalla TV commerciale. Nelle TV private lo spettatore è il prodotto che viene venduto allo sponsor. Almeno nel web il prodotto è spesso generato dal prodotto stesso”, ossia user generated content.

Matteo Silva Cappelletti, rivoluzionario-imperialista, Presidente Skeyemusic, Direttore Music Industry Management Dept. ESE, Editore musicale.
Il messaggio di Silva Cappelletti è: “La musica è come l’acqua. E’ in rete, ci arriva a casa, la usiamo e paghiamo un piccolo canone. Ma l’acqua in rete spesso non è di buona qualità, se vuoi quella migliore compri l’imbottigliata, quindi una cosa non esclude l’altra”. Anche lui è pro Creative Commons e dice che dovrebbero essere le ISP a pagare il canone relativo al diritto d’autore. E poi chiude con il motto rivoluzionario-imperialista: “Digitalizzare e democratizzare”.

Luca Stante, post-rivoluzionario, Amministratore Delegato Believe Digital S.r.L.
E’ l’unico in grado di portare esempi positivi, di come fatturare e creare business con il digitale. Piazza sullo schermo cifre e percentuali che dimostrano come il mercato dell’MP3 legale sia in continuo aumento mentre Emule e uTurrent stiano perdendo smalto; di come YouTube e Spotify si uniscano per combattere i pirati, parla di mercato mobile (leggi mobàil, ndr) e di come l’Italia sia il terzo paese per esportazione musicale. Lui è andato oltre la rivoluzione, è quello è riuscito a fare profitti vendendo gli incubi dei discografici (Mp3 e internet).

Angelo Zaccone Teodosi, il rivoluzionario dei romaniani, Presidente isiCult (istituto Italiano per l’Industria Culturale)
“La sinistra pensa che libero è bello mentre la destra è stata pigra […] I ‘soldini’ del mercato digitale non compensano le perdite degli anni passati […] Quanto peso ha Google nell’economia di un pese quando ha la sua sede centrale in Irlanda? […] La long tail è una teoria infondata […] Chi pensa che la musica piratata faccia bene alla musica dal vivo è un pazzo […]”.

L’Avv e Pres. Di AFI Lombardi chiude con: “Non sono solo chiacchiere, da questo incontro dobbiamo stabilire incontri puntuali”. Poi invita il Sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali On Francesco Maria Giro ad esporre la sua idea.

Appena il Sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali On Francesco Maria Giro finisce di trasformare l’ossigeno in anidride carbonica, parte subito la compravendita di casacche e la cosa più interessante della giornata, la visita guidata della Biblioteca della Camera dei Deputati: “L’annuncio dell’istituzione della prima Biblioteca della Camera dei deputati fu dato alla neocostituita Assemblea a Torino, in palazzo Carignano, l’11 maggio 1848…”

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